Dal 1969 Palazzo Raimondi, di proprietà del Comune di Cremona, è sede del dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia.
– da Aurora Scotti, “Architetti e cantieri: una traccia per l’architettura cremonese del Cinquecento”, in I Campi e la cultura artistica cremonese del Cinquecento, Electa, 1985:
Ma esiste a Cremona un palazzo – datato al 1496 – totalmente estraneo alla voga cittadina del cotto e più In generale alla tipologia Lombarda della dimora signorile: si tratta di Palazzo Raimondi, un «unicum » nel panorama architettonico cremonese sia per i materiali edilizi in esso utilizzati che per lo stile. La sua maestosa facciata in marmo è ben conservata, come pure la fronte in muratura su vicolo Raimondi; l’aspetto originale delle fronti sul cortile, invece, e la distribuzione interna degli ambienti più volte rimaneggiati negli ultimi due secoli possono essere ricostruiti grazie ad una precisa descrizione dell’edificio riportata in un documento del 1786. In esso si legge di uno spazioso cortile circondato da un portico sormontato da un loggiato, impostati entrambi su diciotto colonne in marmo corrispondenti alle colonne indicate dalla carta del Campi per il palazzo di «Thomas Raimundus», sei nei lati paralleli alla Strada Magistra, oggi corso Garibaldi, e cinque paralleli alla contrada Ripa Frigida, oggi via Alfeno Varo. Si trattava dunque di un tipo di cortile nuovo a Cremona, la cui fisionomia non riusciamo però a ricostruire con estrema esattezza. Attorno al cortile porticato, ad una corticella di servizio e ad una corte rustica dovevano distribuirsi a pianterreno l’appartamento del custode, le cucine, le scuderie ed il salone da pranzo da cui proviene il camino di Gaspare Pedone ora in Palazzo Comunale; al primo piano si trovava l’appartamento signorile disimpegnato dal loggiato e coperto da dieci mezzanini. Alle suddivisioni interne corrispondevano le aperture delle finestre e lo schema compositivo delle fonti su strada, con due semplici cornicioni in cotto quella laterale, di maggior impegno architettonico la fronte principale interamente in marmo.