Palazzo Vidoni:
Giovan Gioseffo dal Sole (Bologna, 1654 – 1719), Santa Caterina, olio su tela, cm 129 x 99. Courtesy of Cantore galleria Antiquaria. Courtesy of Cantore galleria Antiquaria.
Leonardo di Domenico Del Tasso (Firenze, 1464 – 1500), Santa Maria Maddalena in preghiera, circa 1500, terracotta, cm 158 x 39 x 54. Courtesy of Longari Arte Milano.
Scultore sudtirolese, Santa Maria Maddalena in trono, legno di cirmolo (pinus cembra) con tracce di policromia, cm 54 x 26.5 x 18. Courtesy of Longari Arte Milano.
Scultore toscano, Madonna con il Bambino, seconda metà del XIV secolo, legno intagliato dipinto, cm 95 x 27 x 20. Courtesy of Longari Arte Milano.
Giovanni d’Ambrogio (Firenze, attivo dall’otrtavo decennio del Trecento al 1420 circa), Santa Margherita, 1390 – 1400, pietraforte con tracce di policromia, h cm 91. Courtesy of Longari Arte Milano.
Mosè Bianchi, (Monza, 1840 – 1904), Giovane donna in un giardino, acquerello su cartone, cm 42 x 31,5. Courtesy of Cantore galleria Antiquaria.
Agostino Ciampelli (Firenze 1565 – Roma 1630), Santa Caterina, olio su tela, cm 65,5 x 50. Courtesy of Cantore galleria Antiquaria.
Scuola emiliana, seconda metà del XVII secolo, Jezabel sbranata dai cani (dettaglio), olio su tela, cm 36 x 44. Courtesy of Cantore galleria Antiquaria.
Francesco Corneliani (Milano, 1740 – 1815), Tre figure femminili in paesaggio, olio su tela. cm 70,5 x 91. Courtesy of Cantore galleria Antiquaria.
Scultore di cultura adriatica intorno a Giovanni Fiorentino (documentato in Dalmazia dal 1467 al 1506), Testa femminile (Sibilla?), 1470 circa, cm 41 x 30 x 28. Courtesy of Longari Arte Milano.
In Europa ci sono state epoche in cui le donne sono soprattutto state rappresentate come modelli di ruolo, ossia come personaggi di un narrazione che, prima come dopo l’avvento del cristianesimo, attribuisce alla donna compiti piuttosto precisi. Proteggere, sostenere, curare, nutrire, ma anche combattere, sedurre, nascondere. Il più delle volte in queste epoche la donna è qualcosa, prima di essere qualcuno, vale a dire che è l’illustrazione di un personaggio fittizio la cui vicenda non appartiene alla vita reale. Non sono la corporatura o la fisionomia a caratterizzare la donna rappresentata, ma i suoi attributi. Per le divinità greche sono armi o strumenti musicali, per le sante cristiane gli strumenti del martirio, o i personaggi di contesto. Eppur di donne si tratta, in mondi che, oltretutto, prevedono una stretta separazione tra i sessi, nei dipinti come, probabilmente, anche nella vita reale. Perché dunque non provare a sospendere per un momento le ragioni dell’iconografia e guardare alla femminilità di queste figure, come fossero persone, e non personaggi? Dimenticare che si tratta di Maria Maddalena o di Santa Margherita per concentrare la propria attenzione sulle qualità umane, attribuendo rilievo ai possibili dettagli naturalistici, o provando a sondare l’eventualità di un tratto psicologico. Ed ecco che un’altra opera si svela, e con lei la mano dell’artista che le ha dato forma. Si cominciano a notare i capelli, il taglio degli occhi, le labbra, il profilo del volto, le mani, la postura. Tra l’altro, modulando il punto di osservazione ci siamo avvicinati all’occhio del collezionista, e a quello del mercante, che in fondo collezionista non può non essere, dopotutto, e a suo modo. Liberate degli attributi e della narrativa che le identifica le rappresentazioni abbandonano la loro ancora temporale. Sono paradigmi femminili che ora è possibile mettere in relazione con il presente. Intercettano una realtà di cui possiamo fare esperienza, e che perciò conosciamo meglio della realtà storica. Si dice che l’arte del passato sia di più facile comprensione rispetto a quella contemporanea. Ma questo è vero solo a un livello molto superficiale, e solo quando si tratta di riferire il soggetto a una narrazione largamente condivisa (come quella di matrice cattolica, o mitologica per esempio). Solo gli esperti sanno intendere i valori estetici di una certa opera e collocarli correttamente nel loro sistema di riferimento, ossia tra le altre opere prodotte nella stessa epoca, nella stessa regione, con gli stessi materiali, o con il medesimo soggetto. E solo i più raffinati, tra questi esperti, sanno cogliere il senso che una determinata opera ha avuto nel mondo in cui è venuta alla luce, e poi nelle epoche che ha attraversato per arrivare fino a noi. Non si dimentichi che la storia dei beni culturali come li intendiamo noi è piuttosto recente. La storia, anche quella recente, è piena di artisti compiuti, dimenticati e poi riemersi in sistemi sociali completamente differenti da quelli in cui questi artisti avevano operato (Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Artemisia Gentileschi o Marietta Robusti certamente ne sanno qualcosa). Ma se, come si proponeva, alla lettura storica proviamo a percorrere la ricerca del femminile ecco che nella pietra, nel legno, o sulla tela, cominciamo a cogliere l’espressività, che è poi l’elemento più determinante, l’unico davvero in grado di superare il relativismo del gusto e permetterci di apprezzare ogni linguaggio artistico, ogni materiale, ogni stile, e trarne autentico beneficio. Già, perché se è vero che una delle funzioni più alte dell’arte è quella di aiutare l’uomo a conoscersi meglio, sia esso l’autore o il destinatario dell’opera, è anche vero che l’arte ci può aiutare a comprendere meglio tratti del nostro essere; come la femminilità, per esempio. Le opere d’arte hanno molte risposte da dare, a chi sa porre le giuste domande
Stefano Pirovano
Mostra organizzata in collaborazione con Longari Arte Milano e Cantore Galleria Antiquaria
Bibliografia laterale:
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- Kate Zambreno, “Heroines”, Semiotext(e), 2012
- Charlotte Mullins, “A Little Feminist History of Art”, Tate Publishing, 2019
- Alice Munro, “La vita delle ragazze e delle donne”, Giulio Einaudi Editore, 1971
- Sofi Oksanen, “Contro le donne”, Giulio Einaudi Editore, 2024
- Ariel Salleh, “Ecofeminism as politics”, Zed Books, 2017
- Florence Rochefort, “Femminismi. Uno sguardo globale”, Editori LaTerza, 2022
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- Luca Scarlini, “Le Streghe non Esistono”, Bompiani Editore, 2023
- Lucetta Scaraffia, “Storia della Liberazione Sessuale”, Marsilio Editore (nodi), 2019
- Rita Laura Segato, “La Guerra contro le Donne”, Tamu Edizioni, 2023
- Giuliana Sgrena, “Dio odia le donne”, Il Saggiatore, 2016
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- Carol Hay,”Think Like a Feminist: The Philosophy Behind the Revolution”, W. W. Norton & Company, 2020
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