Palazzo Affaitati:
Fai bene finché hai tempo, 2024, legno, piastrelle. Courtesy of the artist and UNA Galleria, Piacenza. Supporto tecnico: Viola Emaldi e Senio – alta ceramica faentina.
Scuola di liuteria:
Crescere come piante, 2024, acrilico su tessuto sintetico.
In collaborazione con gli studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Antonio Stradivari.
Thomas Berra (1986, IT) muove dalla tecnica tradizionale del dipinto su carta o su tela di grande e piccolo formato, per poi espandersi su supporti diversi, come tende o pareti, componendo opere dal carattere onirico e immersivo. L’ispirazione principale della sua pratica artistica deriva da uno studio approfondito del mondo vegetale, sviluppato nel ciclo Elogio delle Vagabonde, iniziato nel 2015: il suo lavoro è una sorta di esaltazione delle “erbacce”, spesso negate dalla botanica e dalle forme d’arte considerate più nobili. Il regno vegetale è un palcoscenico di paesaggi mistici, popolati da figure che sembrano provenire da un mondo incantato in cui l’uomo si fonde armoniosamente con la natura. Accanto a personaggi appena accennati, le piante infestanti si diffondono sulle superfici, generando un immaginario intimo sospeso nel tempo.
Fai bene finché hai tempo (2024) si presenta come una riflessione sulla vita, un spazio che ricorda un bagno, luogo ultimo nella società ma che – personalmente per l’artista – rappresenta un luogo intimo, di raccoglimento. La grande installazione si presenta con fosse lo spaccato di una stanza, circolare, fruibile in tutte le sue parti. Da un lato la superficie piastrellata, singolarmente dipinta, ricca di interventi come fosse uno scorrere incessante di narrazione; dall’altro lato sta l’impalcatura, visibile, che sorregge l’intervento, quasi riportando metaforicamente all’idea del sostegno di una maschera, di una menzogna, qualcosa di finto all’apparenza che senza supporto sarebbe fragile, senza stabilità. L’inserimento di un lavandino trasforma l’ambiente rendendolo a tutti gli effetti una fontana, che rende l’idea di ciclicità, e di una perenne rilettura dello scorrere delle cose.
Crescere come piante (2024) è un lavoro che vuole riflettere sulla diversità, sulla resistenza. Realizzato attraverso un workshop in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Stradivari di Cremona, queste grandi tende si compongono in una lunga e avvolgente passeggiata che permette di avere una visione di trasparenza: disposta all’interno nel lungo corridoio della scuola di liuteria, questa passerella è un ponte visivo tra l’esterno e l’interno, creando un legame diretto tra questi due ambienti. Portando avanti il tema delle Vagabonde, Berra riflette sul mondo vegetale, focalizzando l’attenzione sulle “erbacce”. Non solo piante indesiderate e invasive, ma simboli di resistenza. Prosperano negli interstizi, negli spazi dimenticati tra le strutture urbane, dimostrando la loro capacità di adattarsi e sopravvivere anche in condizioni ostili.
Mostre principali: Pittura Italiana oggi, a cura di Damiano Gulli, Triennale Milano, Milano/ In quel camminare dove i piedi ti portano, a cura di Elisabetta Barisoni, Cà Pesaro, Venezia (solo)/ Vorrei una casa al mare ma dipingo solo montagne, UNA Galleria, Piacenza (solo)/ Usva Utu Sumu, Zazà Ramen, Milano (solo)/ Katso Merta: alle volte mi scordo di guardare il mare, Galleria Kuja, Helsinki (solo)/ FIUR a cura di Ivan Quaroni, Museo civico Magazzini del Sale, Palazzo Pubblico, Siena (solo )/ Tree Time a cura di Andrea Lerda, Museo della Montagna, Torino/ So long (Arrivederci), Fondazione Pastificio Cerere, Roma/ Tutti dobbiamo dei soldi al vecchio sarto di Toledo a cura di UNA, Spazio Leonardo, Milano (solo).