Lucia Cristiani

Palazzo del Comune:

1. Dopo tanto perdermi, 2024, catenine in argento, rame, ferro e ottone.

2. Dense, 2024, bioplastiche, alghe Sargassum, ferro.

Ph: Chico/Ercoli/Rossetti

Orientart:

Temporary North Star for Eels, 2024, oliere in acciao inox, paralumi in vetro soffiato.

Ph: Chico/Ercoli/Rossetti

La pratica artistica di Lucia Cristiani (1991, IT) prova a superare la mera rappresentazione estetica per offrire un’indagine profonda sulla natura umana e sul suo rapporto con l’ambiente circostante. Con approccio multidisciplinare l’artista affronta la complessità delle relazioni interpersonali, le dinamiche sociali e la tensione tra individuo e comunità. Gli oggetti e i soggetti che Lucia Cristiani sceglie come protagonisti delle sue opere non sono solo elementi fisici del paesaggio, ma simboli carichi di significato che raccontano storie, emozioni e memorie. Sono metafore della condizione umana, che si nutrono di esperienze individuali, lotte interiori, aspirazioni più o meno compiute. L’opera è un viaggio introspettivo che invita lo spettatore a riflettere sulla propria identità e sul ruolo che ciascuno gioca nella costruzione del tessuto sociale.

Temporary North Star for Eels è una nuova serie di opere che si traduce in una sorta di punto o guida nel buio di tempi incerti. Stelle di vetro soffiato si uniscono a oliere in acciaio ricordando momenti di convivialità.  L’opera richiama formalmente lo stile brutalista, un riferimento sedimentato nella memoria di Lucia Cristiani in ragione del suo interesse per le culture balcaniche.

In questa direzione si muove anche Dense, opera che riflette sulla ciclicità interrogandosi sul tema delle sulle bioplastiche e sul concetto di paesaggio. Le alghe dei Sargassi, provenienti da questo mare senza confini terrestri, fungono da base per la creazione di paesaggi a misura di anguille, come fossero visioni aeree di superfici acquatiche. Dense racconta un viaggio faticoso e impervio che invita a osservare ciò che si è stati e su ciò che si potrebbe diventare. Così come le anguille europee percorrono l’Oceano Atlantico in un lungo viaggio solitario per raggiungere il Mare dei Sargassi, così anche l’essere umano potrebbe cercare nuovi punti di riferimento per orientarsi nel presente incerto. È forse necessario riscoprire strumenti del passato e costruire nuove possibilità, per immaginare un futuro desiderabile.

Insieme a Dense, Dopo tanto perdermi (2024) – catenine in argento, rame, ferro e ottone – riporta gli ambienti del Comune in uno stato di preziosa decadenza, dove residui e accumuli di materia si stratificano sulle superfici, come se la stanza fosse stata inondata dal mare e poi l’acqua di fosse ritirata lasciando residui algosi.

Mostre principali: Fondazione La Quadriennale di Roma, Roma/ Toast Project Space – Manifattura Tabacchi, Firenze/ Fondazione ICA, Milano/ Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto/ Like a Little Disaster, Polignano a Mare/ Fondazione l’Arsenale, Iseo/ Localedue, Bologna/ Pinacoteca Nazionale, Bologna/ Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino / Fondazione Elpis, Milano/ Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona.