Jonas Mekas

San Carlo Cremona:

Requiem, 2019.
Courtesy the Estate of Jonas Mekas and Apalazzogallery.

Jonas Mekas (1922, LT – 2019, US) è stato un artista, poeta e regista che ha vissuto a Brooklyn gran parte della sua vita. Dopo essere stato deportato in un campo di lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale, è arrivato a New York nel 1949 come rifugiato e si è stabilito a Williamsburg. Mekas è diventato un membro attivo del movimento Fluxus grazie alla sua amicizia con George Maciunas. È noto per aver documentato performance di molti artisti. Nel 1949, poco dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, ha acquistato la sua prima cinepresa Bolex, diventando presto una figura chiave del cinema d’avanguardia americano. Ha fondato la rivista “Film Culture” nel 1954 e nel 1958 ha iniziato la rubrica “Movie Journal” su “The Village Voice”. Nel 1962 ha fondato la Film-Makers’ Cooperative e nel 1964 la Film-Makers’ Cinémathèque, che ha poi dato vita all’Anthology Film Archives. Mekas ha avuto un’influenza profonda su numerosi registi d’avanguardia, tra cui Andy Warhol, Michael Snow e Stan Brakhage, e ha contribuito significativamente alla carriera di artisti come Joan Jonas, Carolee Schneemann e Chantal Akerman.

“I live, therefore I make films. I make films therefore I live. Life. Movement. I make home movies, therefore I live. I live, therefore I make home movies”. Nessun altro gesto, se non quello di avere in mano la macchina da presa, può rappresentare meglio Jonas Mekas, quel viandante poetico, ricercatore di dettagli, di “glimpses” – come asserirebbe lui stesso – in ogni momento della sua vita. Le immagini in movimento riprese, assorbite, montate da Mekas fanno parte di un immaginario che è sempre rimasto in bilico tra la forte poesia ritmica della non narrazione, e la scelta quasi concettuale dei soggetti raccontati. Per Cremona Art Week “Requiem” è una tappa importante. Il film, presentato in anteprima mondiale presso San Carlo Cremona, è un collage di immagini di fiori estrapolate all’interno di trent’anni di riprese. Una raccolta di immagini e suoni che qui si riverbera tra le alte mura, rese nuovamente sacre attraverso visoni poetiche, accompagnate dal requiem, proiettate con grande impatto nella zona dell’altare. La natura è il soggetto principale. Per Mekas rappresentava un focus importante da raccontare e utilizzare come legante tra episodi e dettagli. Fiori; fiori recisi; fiori coltivati; fiori selvatici; fiori bianchi; fiori colorati; fiori dentro e fuori paesaggi naturali. Boschi, giardini, strade.Entrando in San Carlo Cremona c’è una grande tenda che accoglie il visitatore. Un richiamo al teatro, a quel grande spettacolo che è la vita; ma è anche un richiamo alla morte, a un palcoscenico che si chiude dietro a un lungo percorso fatto di tracce, memorie e racconti. La scritta Requiem è chiara, prepara il fruitore a una lettura dell’opera univoca. L’impatto estetico è forte: le immagini scorrono davanti agli occhi sul grandissimo schermo posto in altezza. Erbacee, verde e fiori sono il soggetto principale, che fungono da leitmotiv dell’intero film che dura un’ora e venti minuti. A inframmezzare questo unicum di appunti visivi di Mekas ci sono piccoli episodi, anzi, cenni di vita: una madonna lignea con bambino; margherite da campo; quadrifogli; viole; campanule; iris; rose; frammenti di luce.

Mostre principali: 51esima Esposizione internazionale d’Arte, The Experience of Art Directed | Always a Little Further, Venezia, Italia (2005) / 50esima Mostra Internazionale d’Arte, Sogni e Conflitti. La dittatura dello spettatore, Venezia, Italia (2003) /  Documenta XI, Kassel, Germania (2002) / 53esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Venezia, Italia (1996) / 31esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Venezia, Italia (1970) / 25esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Italia.