Jeremy Deller

Casa Stradivari:

1. Our Hobby is Depeche Mode, 2006, proiezione video digitalizzata, 66′. Courtesy of the artist and The Modern Institute/ Toby Webster Ltd, Glasgow.

2. Ramallah Old Town 30th April 2024, 2024, video, 13’14”. Courtesy of the artist and The Modern Institute/ Toby Webster Ltd, Glasgow.

Ph: Chico/Ercoli/Rossetti

Palazzo Raimondi – Dip. di Musicologia e Beni Culturali (UniPV):

1. Wir haben die Schnauze voll, 2020, video, 17’13”.
il video è una rivisitazione pop della Settima sinfonia di Beethoven, girato con l’Orchestra Beethowen e alcuni bambini di Bonn, in occasione del 250esimo anniversario della nascita dell’autore.
Courtesy of the artist and The Modern Institute / Toby Webster Ltd, Glasgow.

2. Different Times, 2024, fibra di carbonio, resina.
questo violoncello è stato lasciato qui da un po’. Gli stickers raccontano una storia di un violoncellista che ha viaggiato, negli ultimi dieci anni; è la biografia del musicista e dell’Europa.
Courtesy of the artist and The Modern Institute / Toby Webster Ltd, Glasgow.

Ph: Chico/Ercoli/Rossetti

Jeremy Deller (1966,  UK) è noto per il suo approccio provocatorio e concettuale, capace di mescolare arte, storia e società. La sua pratica tocca l’installazione, la performance, l’immagine statica e quella in movimento. Deller indaga le dinamiche sociali e culturali del Regno Unito, dando vita a progetti che esplorano la memoria collettiva britannica, cercando di coinvolgere il pubblico in un dialogo critico e riflessivo. Una delle sue opere più famose, “The Battle of Orgreave” (2001), è la ricostruzione di uno scontro tra minatori e polizia avvenuto nel 1984 durante uno sciopero. In questa occasione Deller ha messo in luce la complessità delle tensioni sociali e politiche, utilizzando l’arte come strumento per reinterpretare la storia del suo paese. Nel 2003 produce “Memory Bucket”, un documentario che esplora la politica americana attraverso una serie di interviste e immagini raccolte durante un viaggio negli Stati Uniti post-11 settembre. Con questo progetto Jeremy Deller ha vinto il prestigioso Turner Prize.

Jeremy Deller torna in Italia dopo la collaborazione con la Fondazione Nicola Trussardi nel 2018, dove ha ricreato la grande installazione gonfiabile Sacrilege, dedicata a un tema che gli è caro, quello di Stonehenge. Si tratta di un importante ritorno poiché l’artista inglese ha ideato e creato un nuovo progetto appositamente per Cremona Art Week 2024. Deller, infatti, attinge dalle sue azioni e studi dedicati ad alcune tematiche ricorrenti nella sua opera, come quella della musica, trattata sotto punti di vista nuovi e particolari. A Cremona, Jeremy Deller ha deciso di focalizzare la sua attenzione su un soggetto storico e fondamentale per città, la liuteria.

Il film Wir haben die Schnauze voll, in mostra a Palazzo Raimondi, è stato girato con l’Orchestra Beethoven e alcuni bambini di Bonn, durante un concerto dedicato dedicata al 250esimo anniversario della nascita del musicista. Il video è una rivisitazione pop della Settima sinfonia.
Riguardo all’opera Different Times Jeremy Deller nota: “…questo violoncello è stato lasciato qui da un po’. Gli stickers raccontano una storia di un violoncellista che ha viaggiato, negli ultimi dieci anni. Narrano una biografia del musicista e dell’Europa”.

Mostre principali: “Joy in People”, Hayward Gallery di Londra,  2012/ “All That Is Solid Melts Into Air”, Moderna Museet di Stoccolma, 2018/ “So Many Ways to Hurt You. The Life and Times of Adrian Street” al Baltic Centre for Contemporary Art, 2019/ “Strong and Stable My Arse”, galleria Modern Art Oxford, 2017/ “We’re Here Because We’re Here”, mostra diffusa nel Regno Unito, 2016/ “It Is What It Is: Conversations About Iraq”,  in collaborazione con il fotografo britannico Ed Webb-Ingall, mostra itinerante, 2009.