Emma Talbot

Teatro Ponchielli:

1. The Tragedies/ Le Tragedie, 2024, metallo, tessuto, seta, acrilico, capelli sintetici.

Ph: Chico/Ercoli/Rossetti

Intrecciando tecniche e materiali eterogenei Emma Talbot (1969, UK) crea opere policentriche e multiformi, che si muovono agilmente tra diverse dimensioni interpretative: tra simboli e metafore, dal quotidiano all’eterno, dall’individuale all’assoluto. L’artista esplora il rapporto tra la presenza fisica dell’opera d’arte e la natura effimera del soggetto rappresentato, che attivato attraverso l’uso di materiali e tecniche di lavorazione artigianale, come le carte fatte a mano, per esempio, che vengono disegnate e poi piegate per dar vita a opere delicatamente tridimensionali. I dipinti sono eseguiti direttamente su seta, materiale delicato e luminoso, che viene cucito in sezioni che poi si traducono in opere bidimensionali o installazioni. Nonostante l’apparente semplicità dei processi utilizzati, l’opera di Talbot è tematicamente ambiziosa: la politica sociale, il concetto di genere, il rapporto tra l’uomo e il mondo naturale, l’intimità, il rapporto tra tecnologia e linguaggio. La sua capacità di combinare estetica e contenuto, forma e sostanza, rende il suo lavoro non solo visivamente affascinante, ma anche intellettualmente stimolante.

Per il ridotto del Teatro Ponchielli Emma Talbot ha voluto creare un’opera site specific. Lo storico teatro cremonese accoglie un’installazione che affronta una storia densa e ricca di significati, ossia quella di Medea, simbolo femminile di volatilità. Il coro, tipico della tragedia, è rappresentato con volti, corpi dalle braccia drammaticamente alzate, parole scritte sul tessuto. Certi corpi giacciono a terra, in attesa di un destino già deciso. “Tempesta tempesta”. Tra i simboli, le stratificazioni di figure, il disegno, la pittura, il tessuto, tornerà il sereno? La figura di Medea ci accoglie, nascondono una tragedia contemporanea.

Mostre principali: The Milk of Dreams, 2022, 59esima edizione de La Biennale di Venezia, Italia curata da Cecilia Alemani/ The Age, 2020, Whitechapel Gallery, Londra, UK e alla Collezione Maramotti, Italia/ Beiqui Museum, Nanjing, CN/ The Model, Sligo, IE/ Kunsthall Stavanger, NO/ DCA Dundee, UK/ Kunsthalle Giessen, DE/ Kesselhaus, Kindl Museum, Berlino, DE. Nel 2020 Emma Talbot ha vinto il Max Mara Art Prize for Women.