Nicole Colombo

Nicole Colombo (Monza, 1991) studia all’Accademia di Belle Arti di Milano. Due mostre importanti, tra le sue personali, sono “Shifting Balance”, esposta alla OneRoom Gallery di Londra, e “SAM”, esposta alla BitCorp for Art di Milano. Le mostre collettive, nazionali e internazionali, in cui ha esposto, si sono tenute presso Boscolo Collection Art Programme di Lione, Tube Culture Hall di Milano, Regatta di Düsseldorf e Drina Gallery di Belgrado. L’equilibrio dei contrari è il cardine della sua ricerca. Ogni suo pezzo si concentra sulla relazione che l’opera innesca tra il background emotivo, immaginativo e culturale del fruitore e quello dell’artista stessa. Una costante è la ricerca di narrazioni differenti, col tentativo di arrivare ad un pubblico più ampio e diversificato. Comunica il suo messaggio attraverso la creazione di avatar, personaggi immaginari e oggetti che vengono rimossi dai loro contesti e abitano uno spazio, liberando un nuovo modello narrativo. Combina elementi aggressivi e repulsivi, invitando lo spettatore a esplorare i sentimenti più profondi. I materiali utilizzati sono quelli naturali, come legno, ferro e argilla, combinati con materiali sintetici come resina e plexiglass, creando opere che esaltino il potenziale erotico dei materiali, permettendo al fascino industriale di enfatizzare la qualità artigianale della lavorazione a mano.

All’interno di Cremona Contemporanea – Art Week, Nicole Colombo presenta The Burned (Entropic Dance) Lilith presso il Museo Diocesano.

Nicole Colombo, The Burned (Entropic Dance), 2021, pelle, capelli sintetici, acciaio inossidabile, dimensioni variabili ambientali

La prima opera, The Burned (Entropic Dance), rappresenta la sublimazione di un momento, di un incontro tra diversi personaggi; la restituzione dell’opera si concentra sull’idea di scambio reciproco, di tentativo di trovare un equilibrio, in un continuo scambio di fragilità reciproche. La frusta, realizzata a mano in ecopelle intrecciata, simboleggia il dualismo presente nell’essere umano. Le mani in plexiglass, altro elemento ricorrente, sostengono i personaggi in una danza in cui si presentano l’uno all’altro e agli spettatori. Nella zona di confine tra disagio e comfort, tra dinamiche di potere e potere della fragilità, tra amore e lussuria, dolore e vulnerabilità, libido e repulsione, corpo e narrazione, l’artista apre spazi di libertà e resistenza.

Nicole Colombo, Lilith, 2021, fibra di carbonio, resina, 60 x 170 x 20 cm

La seconda opera, Lilith, rappresenta una figura ricca di storia letteraria, portatrice del simbolo della libertà femminile, spesso riconosciuta come demone femminile legato ai fenomeni naturali. Progettata e realizzata dall’artista interamente in fibra di carbonio senza l’utilizzo di un’anima interna, Lilith è una ciocca di capelli che si alza da terra, si dipana avvolgendosi su sé stessa e si libra veloce ed elegante nello spazio. Spesso presenti nelle opere dell’artista, i capelli rappresentano per Nicole soggetti carichi di suggestioni che, a seconda del contesto, sono in grado di incarnare un dualismo che caratterizza la sua ricerca a cavallo tra l’erotico e il perturbante, l’elegante e il repulsivo. L’opera è stata realizzata in collaborazione con Nord Resine nell’ambito del progetto di residenza Ultravioletto.