Teatro Filodrammatici

Edificato nel 1675 per volere di Giulia Ariberti Rangoni, moglie del marchese Giovan Battista Ariberti, in origine il Teatro Filodrammatici aveva la funzione di teatro di casa. Inutilizzato dal 1702 fino al 1801, venne restaurato nel 1807 dall’architetto Fausto Rodi, incaricato del progetto di rinnovamento. Dal 2001 è stato concesso alla Società Filodrammatici Cremonese per rappresentazioni teatrali e cinematografiche d’interesse per la città.

Area Frazzi

I lavori di costruzione dell’ex Fornace Frazzi iniziano nel 1875. Tra gli edifici presenti nell’area, un tempo interamente dedicati alla fabbricazione di manufatti in laterizio, la più importante testimonianza d’archeologia industriale è resa da ciò che resta dell’immobile che contiene il maggiore dei tre forni, costruiti in epoche diverse. L’edificio è incluso all’interno del più ampio progetto di rigenerazione e riqualificazione del quartiere Po con l’obiettivo di far rivivere l’area con nuove attività d’interesse collettivo.

Battistero

Il battistero di San Giovanni Battista risale al 1167. Costruito in stile romanico, presenta pianta ottagonale di 20,5 metri di diametro e un’altezza di 34 metri. In origine presentava tre porte, due delle quali vennero chiuse nel 1588; la terza, visibile ancora oggi, è composta da un portico con due leoni. L’esterno presenta un rivestimento marmoreo sui lati nord e nord-est risalente alla metà del Cinquecento; ottocentesca è invece la zoccolatura in marmo della base degli altri lati. Nella fascia superiore sorge un loggiato con sei archetti a tutto sesto romanici per ogni lato, sormontato da una fascia con due oculi.
All’interno la luce filtra da una doppia serie di bifore sovrapposte e da una lucerna situata sulla sommità della cupola. Al centro troneggia la Fonte Battesimale di epoca cinquecentesca composta da una grande cisterna ottagonale di marmo rosso proveniente dalle cave di Sant’Ambrogio in Valpolicella (Verona) posta su una base di marmo.

San Carlo Cremona

Il progetto San Carlo Cremona nasce per promuovere l’arte contemporanea, intesa come linguaggio per indagare i cambiamenti della società; come strumento di dialogo e mezzo per stimolare la partecipazione di diverse tipologie di pubblico e attivare ambienti favorevoli all’innovazione e al cambiamento.
Lo spazio espositivo è situato all’interno della chiesa sconsacrata di San Carlo, edificata nel 1621 e chiusa nel 1788.

Palazzo Affaitati

Emblema del prestigio sociale raggiunto dalla famiglia Affaitati, il palazzo rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura cremonese del Cinquecento.
Edificato nella seconda metà del XVI secolo, Palazzo Affaitati è stato progettato dall’architetto Francesco Dattaro, noto anche per aver partecipato alla costruzione del duomo insieme ad Antonio Campi. La struttura è fastosa e imponente, improntata al manierismo dell’epoca, con una facciata in bugnato liscio e scandita da finestre sormontate da timpani triangolari e curvilinei. La divisione orizzontale, costituita da una fascia marcapiano ornata da un fregio a greca, funge da parapetto per il piano nobile, mentre l’ampio e maestoso portale settecentesco presenta colonne doriche aggettanti, che sostengono il balcone sovrastante. Il piano superiore ripropone la stessa suddivisione degli spazi, e si conclude con una cornice di gronda sorretta da mensole antropomorfe.
Oggi ospita il Museo Civico Ala Ponzone, la Biblioteca Statale e il Museo Stradivariano.

Parco Colonie Padane

Il Parco Colonie Padane è una testimonianza architettonica e naturalistica dal grande valore storico per la città di Cremona. Qui nel 1915 è stata istituita una colonia elioterapica e nel 1922 sono state costruite strutture di legno per ospitare centinaia di bambini per terapie di bagni di sole. In epoca fascista, Roberto Farinacci ne fece una vera e propria colonia del regime, la “Colonia Regina Margherita di Savoia e balilla Roberto Farinacci”. Costituita da una struttura centrale a forma di grande nave immersa in un vasto parco di quasi 60 mila metri quadrati, la Colonia funzionava durante il periodo estivo e aveva lo scopo di formare la gioventù cremonese secondo i dettami fascisti in merito a salute, cultura e comportamenti. Sopravvissuta indenne alla Seconda Guerra Mondiale, nel dopoguerra è stata ceduto al Comune di Cremona per essere destinato ad attività diverse nell’ambito dello sport e del tempo libero. In seguito a una fase di decadimento, la struttura è stata riqualificata grazie alla Fondazione Arvedi Buschini e restituita alla comunità, diventando uno dei punti di riferimento della città e del territorio.

RobolottiSei

Laboratorio di restauro, oggi punto di riferimento per i collezionisti cremonesi di dipinti antichi e stampe, nonché di storiche immagini della città di Cremona.

Museo Archeologico San Lorenzo

Il Museo Archeologico San Lorenzo, inaugurato nel 2009, ha sede nella basilica omonima, rappresenta lo sviluppo della vecchia sezione archeologica del Museo Civico Ala Ponzone. Il museo conserva oltre 500 opere e reperti, frutto di scavi o rinvenimenti casuali risalenti in alcuni casi già alla fine dell’Ottocento, provenienti per la maggior parte dalla città, e, in misura minore, dal territorio di Calvatone.

Palazzo Fodri – PQV Fine Art

Palazzo Fodri viene edificato alla fine del XV secolo da Guglielmo de Lera, aiutato dall’intervento di alcuni artisti della scuola di Giovanni Antonio Amadeo. Originariamente costituiva la dimora della nobile famiglia Fodri. Il palazzo presenta una sobria facciata a bugnato leggero, arricchita da un fregio in cotto, e si conclude con una fila di tondi da cui si affacciano busti di guerrieri e dame. Nel cortile interno, a portico e loggia sovrapposti, si osserva una fascia marcapiano in terracotta raffigurante una scena di combattimento nonché la gronda a sguscia dipinta a monocromo con episodi di storia romana.

All’interno di Palazzo Fodri trova la propria sede PQV Fine Art, galleria d’arte specializzata in dipinti antichi.

Triangolo Art Gallery

Triangolo Art Gallery è una galleria d’arte contemporanea fondata nel 2018 da Leonardo Caldonazzo Arvedi.