Invernomuto

Invernomuto è il nome della personalità artistica generata nel 2003 da Simone Bertuzzi (Piacenza, 1983) e Simone Trabucchi (Piacenza 1982). Vivono e lavorano a Milano. Invernomuto è autore di progetti di ricerca articolati nel tempo e nello spazio, da cui derivano cicli di opere fra loro interconnesse. Su una base teorica comune Invernomuto tende a ragionare in modo aperto e rizomatico, sviluppando differenti output che assumono la forma di immagini in movimento, suoni, azioni performative e progetti editoriali, nel contesto di una pratica definita dall’utilizzo tanto disperso quanto puntuale di media differenti. La realtà vi è osservata secondo principi e interessi documentaristici, ma per restituirne una rappresentazione immaginifica e quasi astratta, che apre a margini di riflessione e interrogazione critici. Invernomuto è rappresentato da Pinksummer gallery, Genova. Il loro lavoro è stato presentato in varie istituzioni internazionali tra cui MAXXI, Roma; Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz; Liverpool Biennial 2021; VOID Gallery, Londonderry; 58a Biennale di Venezia; 58th October Salon-Belgrade Biennial 2021; Tate, Londra; Manifesta 12, Palermo.

All’interno di Cremona Contemporanea – Art Week, Invernomuto presenta il progetto Black Med presso Parco Colonie Padane.

Invernomuto, Progetto Black Med – Ph. Andrea Rossetti

Dal Cafè Hafa di Tangeri, dove ci si siede per guardare il mare, al sito archeologico di Pompei, dove palme e colonne antiche sono lo scenario di un passato che risuona ancora. Da Belgrado (2021) a La Biennale di Venezia (2019) a Manifesta a Palermo (2018), il progetto Black Med è stato creato e attivato da Invernomuto sotto le sue diverse formalizzazioni legate al suono e all’immagine. Black Med è un archivio aperto di tracce fruibili dalla piattaforma online blackmed.invernomuto.info e ordinate dal suo algoritmo. Si tratta di una stratificazione di influssi e composizioni sonore che prendono origine dal bacino del Mediterraneo mettendo in dialogo diverse categorie legate, appunto, alla musica. “Outer Rhythms”, “Club Functional”, “Vernacular”, “Grooves”, “Modern Structures”, “Seascape”, “Fieldworks” e “Social Music” sono le otto categorie che narrano i contenuti raccolti dopo anni di analisi e viaggi, collezioni immaginifiche tratte dal web, flussi e commistioni culturali, dialoghi e scambi testuali con studiosi e professionisti sui temi del Mediterraneo. La fluidità dei suoni legati a questo territorio evidenzia quanto in comune ci sia nella storia delle civiltà che proprio li si affacciano condividendo estetiche, narrazioni, folklore che, in Black Med, vengono riprese dai dj delle discoteche riminesi sulle coste dell’Adriatico, fino ai cantautori dei deserti del nord Africa. 
Alle Colonie Padanie gli artisti ricontestualizzano il progetto, facendo i conti con il passato di questo luogo storico che, attraverso il suono e la performance che chiuderà la Art Week, verrà “ascoltato diversamente, ricollocato”.