Gianni Caravaggio

Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968) da piccolo si trasferisce con la famiglia in Germania, dove studia filosofia. Torna in Italia per iscriversi presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, dove oggi è docente di scultura e punto di riferimento per diverse generazioni di artisti. Le sue mostre personali si sono tenute in istituzioni importanti come il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino, la Collezione Maramotti, la Tomio Koyama Gallery di Tokyo, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Saint Etienne. Ha partecipato a mostre collettive a livello nazionale e internazionale come la Biennale di Mosca, e la Triennale di Izmir e vinto premi come il PS1 Italian studio di New York. I principali temi della sua poetica sono: iniziare l’immaginazione poetica nel fruitore in quanto intende l’opera d’arte come dispositivo per atti demiurgici. La forma, in questo, è garante dell’esperienza; l’importanza del ruolo dei materiali e le varie possibilità immaginative: in questo le ragioni della forma si coordinano con le precise ragioni dei materiali come elementi evocativi e significativi; le sfide dell’impossibile; la natura politica del gesto artistico; la produzione di senso e forza trasformatrice dell’arte. I risultati sono opere di grande pulizia formale, tese ad indagare l’origine dello stesso gesto artistico. Il lavoro di Caravaggio è spesso declinato sul tema della presenza attraverso la quale trascende di qualcosa di non visibile nell’immaginazione. L’opera deve favorire un’espansione del pensiero attraverso una dinamica che è sensibile e che porta in direzione del senso. L’esperienza nel suo lavoro è sintetizzata in un addensamento tra presenza concreta, memoria e sentimenti archetipo.  

All’interno di Cremona Contemporanea – Art Week, Gianni Caravaggio presenta due opere: Coppia che non si incontra mai Rivelatore di coppie presso Palazzo Affaitati. 

Gianni Caravaggio, Coppia che non si incontra mai, 2019, marmo bianco statuario, due fagioli Azuki rossi, 135 x 23 cm e Rivelatore di coppie, 2008, tubo di ottone, tondino di alluminio, sfere di vetro, terracotta, marmo, bronzo, alluminio, dimensioni variabili ambientali – Ph. Andrea Rossetti

Elemento comune delle due opere è sicuramente quello della coppia, ma in momenti differenti. Nella prima opera, Coppia che non si incontra mai abbiamo una colonna tortile in marmo statutario con due fagioli collocati nelle due scie, questo sta a significare che questi non si incontreranno mai. Si innesca una dinamica esperienziale, una metafora sentimentale: si rincorrono infinitamente i semi di due anime disperse su sentieri diversi. Nella seconda opera, Rivelatore di coppie, la mobilità di questo crea relazioni inaspettate tra i corpi sferici sparsi sul pavimento. È un po’ lo stesso modo in cui agisce “Eros”, varcando i confini fella volontà individuale. È una reinterpretazione del mito, le sfere disposte sul pavimento sono in balia di una struttura metallica mobile.

All’interno di Cremona Contemporanea – Art Week, Gianni Caravaggio presenta due opere: Il tempo mi scorre tra le dita Un polpo e un calamaro si allontanano per ritrovarsi dall’altra parte del globo presso Triangolo Art Gallery.

Gianni Caravaggio, Il tempo mi scorre tra le dita, 2021, bronzo, foglia di palma vera, 35,5 x 197 x 97 cm e Un polpo e un calamaro si allontanano per ritrovarsi dall’altra parte del globo, 2013/2018, bronzo bianco, dimensioni variabili – Ph. Andrea Rossetti

“Il tempo mi scorre tra le dita”, così dice l’artista. Le dita sono le foglie, la mano vegetale appassita e secca trasformata in bronzo e resa immortale. Questa, accoglie un’altra foglia di palma nel momento della gioventù, ma destinata ad invecchiare e assumere col tempo le stesse sembianze, armonizzandosi. Dà vita ad una crasi, opposti che sembrano cercarsi ed avvinghiarsi per ricercare equilibrio, un punto di contatto. Quest’opera parla di tempo, due temporalità (transitorio e veloce della palma e lento e statico del bronzo) che suggeriscono la brevità della nostra esistenza accanto all’eternità. La seconda opera, ovvero Un polipo e un calamaro si allontanano per ritrovarsi dall’altra parte del globo è incentrata anch’essa sul tempo, sullo spazio, sulla coppia e una storia concettuale e sentimentale che va oltre la dimensione umana. Due piccole creature marine adagiate sul pavimento, il loro percorso è indirizzato verso due traiettorie opposte, ma complementari. L’idea è quella di un viaggio intorno al globo terrestre che li vedrà incontrarsi di nuovo dall’altra parte dello spazio. È un decorso, una successione ideale di stati in continuo cambiamento.